Descrizione
Il Festival internazionale di musica antica “Gaudete!” giunge all’ultimo appuntamento estivo con un evento profondamente significativo.
Presso la Chiesa Abbaziale di Romagnano Sesia (No), domenica 8 settembre, alle 18.00, l’Orchestra nazionale barocca dei conservatori italiani suonerà Giuseppe Tartini; titolo della serata è “Musica secondo natura”.
L’orchestra debutta ufficialmente a Palermo nel 2016, sostenuta dal Dipartimento per la formazione superiore del Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca (Miur), affrontando repertori che spaziano dalla musica sacra a quella profana del barocco europeo, con in programma vari autori, più o meno noti. I giovani musicisti, reclutati attraverso apposite graduatorie per ciascuno strumento, sono condotti da quattro guide d’eccezione: Enrico Gatti e Marie Rouquié, entrambi violinisti, Gaetano Nasillo, violoncellista e il flautista Marcello Gatti. Affacciandoci alla serata, una riflessione centrata sul titolo. Musica e natura fu un binomio familiare a Tartini, il quale indagò il primo termine (musica) indubbiamente con sguardo artistico, ma anche scientifico, dedicandosi alla ricerca delle spiegazioni fisiche dei fenomeni acustici, esplorando il secondo (appunto, natura).
Tartini scoprì il cosiddetto “terzo suono” che da lui prese il nome, ovvero una nota generata da due altre eseguite congiuntamente; la nuova frequenza, diversa e coerente, deriva dalle prime, è frutto dalla loro sostanza.
Ora, con prevedibile ma utile slancio metaforico, identico processo si ha con l’essere umano che, armonizzando le proprie intenzioni (si diceva delle eccellenti guide poche righe sopra), promuove la formazione e lo sviluppo di altre affini.
Certamente non suoni nel caso, ma affetti e comportamenti, i quali comunque originano inedite armonie, consonanze e, infine, tradizioni. Scavando attorno alla parola, mettendone a nudo le radici, vediamo che tradizione deriva da tradere, cioè trasmettere, consegnare. Il musicista diviene così curatore e custode di qualcosa da “passare”, da, finalmente, insegnare – ancora, in-signare è imprimere, fissare – rivolgendosi al domani, sfidando l’eterno. E in questo processo, in questa tensione tanto nobile e umana, ravvisiamo che ogni atto superfluo, ogni manierismo fine a se stesso, risulta inutile, anzi grave, poiché tutto, naturalmente, deve prestarsi alla più chiara comprensibilità. Torniamo allora, chiudendo il pensiero, al cuore dell’estetica tartiniana, in cui la musica poeticamente declama, ricercando l’essenza delle cose, nella quale ciascun gesto (virtuosismi compresi, ove presenti) è utile e, di più, necessario e non esistono affettazioni né incertezze, bensì “canti ai quali è impossibile non attribuire un senso e dove si intravede appena che la parola manca”. Accogliamo dunque domenica sera, quale dono, lo spirito dell’insigne violinista istriano, per il tramite dei giovani orchestrali e dei loro quattro custodi, per cinque concerti e una sonata intimamente secondo natura.
Franco Pistono
https://www.gaudetefestival.com/
Presso la Chiesa Abbaziale di Romagnano Sesia (No), domenica 8 settembre, alle 18.00, l’Orchestra nazionale barocca dei conservatori italiani suonerà Giuseppe Tartini; titolo della serata è “Musica secondo natura”.
L’orchestra debutta ufficialmente a Palermo nel 2016, sostenuta dal Dipartimento per la formazione superiore del Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca (Miur), affrontando repertori che spaziano dalla musica sacra a quella profana del barocco europeo, con in programma vari autori, più o meno noti. I giovani musicisti, reclutati attraverso apposite graduatorie per ciascuno strumento, sono condotti da quattro guide d’eccezione: Enrico Gatti e Marie Rouquié, entrambi violinisti, Gaetano Nasillo, violoncellista e il flautista Marcello Gatti. Affacciandoci alla serata, una riflessione centrata sul titolo. Musica e natura fu un binomio familiare a Tartini, il quale indagò il primo termine (musica) indubbiamente con sguardo artistico, ma anche scientifico, dedicandosi alla ricerca delle spiegazioni fisiche dei fenomeni acustici, esplorando il secondo (appunto, natura).
Tartini scoprì il cosiddetto “terzo suono” che da lui prese il nome, ovvero una nota generata da due altre eseguite congiuntamente; la nuova frequenza, diversa e coerente, deriva dalle prime, è frutto dalla loro sostanza.
Ora, con prevedibile ma utile slancio metaforico, identico processo si ha con l’essere umano che, armonizzando le proprie intenzioni (si diceva delle eccellenti guide poche righe sopra), promuove la formazione e lo sviluppo di altre affini.
Certamente non suoni nel caso, ma affetti e comportamenti, i quali comunque originano inedite armonie, consonanze e, infine, tradizioni. Scavando attorno alla parola, mettendone a nudo le radici, vediamo che tradizione deriva da tradere, cioè trasmettere, consegnare. Il musicista diviene così curatore e custode di qualcosa da “passare”, da, finalmente, insegnare – ancora, in-signare è imprimere, fissare – rivolgendosi al domani, sfidando l’eterno. E in questo processo, in questa tensione tanto nobile e umana, ravvisiamo che ogni atto superfluo, ogni manierismo fine a se stesso, risulta inutile, anzi grave, poiché tutto, naturalmente, deve prestarsi alla più chiara comprensibilità. Torniamo allora, chiudendo il pensiero, al cuore dell’estetica tartiniana, in cui la musica poeticamente declama, ricercando l’essenza delle cose, nella quale ciascun gesto (virtuosismi compresi, ove presenti) è utile e, di più, necessario e non esistono affettazioni né incertezze, bensì “canti ai quali è impossibile non attribuire un senso e dove si intravede appena che la parola manca”. Accogliamo dunque domenica sera, quale dono, lo spirito dell’insigne violinista istriano, per il tramite dei giovani orchestrali e dei loro quattro custodi, per cinque concerti e una sonata intimamente secondo natura.
Franco Pistono
https://www.gaudetefestival.com/
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Ultimo aggiornamento pagina: 04/09/2019 17:14:25